Fernando Muslera, portiere della nazionale uruguaiana, è l’eroe del giorno, dopo la vittoria contro l’Argentina, nella Coppa America 2011.
Era febbraio, quando l’ho incontrato a Formello, dopo un allenamento della Lazio, per fargli alcune domande sul mestiere di portiere e il suo rapporto con l’istinto animale. Quando gli ho posto la prima domanda, scoprendo subito il gioco, non mi aspettavo che si sarebbe divertito all’idea di considerare la parte animale e istintiva del portiere e ne sarebbe venuta fuori un’intervista, di una buona mezz’ora, del tutto insolita, sulla sua esperienza sportiva.
L’idea originaria, lo scopo della chiacchierata, era quella di partire dal polpo Paul, dal racconto fantastico della sua origine elbana e e dal romanzo che sto scrivendo, dal titolo provvisorio “La metamorfosi di Paul. Vita, storie e misteri del polpo indovino.” Paul, in questa storia, non sarebbe altro che il prodotto di una metamorfosi: prima di essere polpo era stato il giovane portiere di una squadra dell’isola d’Elba, soprannominato “La piovra”.
Sto provando – così è iniziata l’intervista – a immaginare un personaggio che è un portiere ma è destinato a diventare un animale. Secondo te, quanto c’è di animale in un portiere?”
“Tanto. Secondo me il portiere deve essere…..
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