Allenamento Portieri: “Come il Portiere di Calcio può sfidare e superare il timore dell’errore”

Nel mondo del calcio, come sappiamo il portiere occupa una posizione particolarmente esposta e vulnerabile.

Un singolo errore può determinare l’esito di una partita e purtroppo può capitare che l’intera carriera di un portiere viene valutata in base a pochi momenti chiave.

Non sorprende quindi che molti portieri siano perseguitati e bloccati dalla paura del fallimento.

Esaminiamo più da vicino questa paura e come può essere affrontata e gestita.

La paura del fallimento non è solo la preoccupazione di commettere un errore durante una partita, è una profonda inquietudine che può influenzare la preparazione, la prestazione e la mentalità generale di un portiere,

può avere origine per esempio da avere aspettative troppo alte sia verso se stessi che da parte degli altri e poi perchè essere l’ultimo uomo e non poter commettere errori comporta una pressione immensa.

Oppure un altro aspetto che può bloccare il portiere sono le esperienze passate, errori passati, specialmente quelli altamente visibili che possono lasciare cicatrici psicologiche.

O addirittura ci può essere il confronto, ovvero avere come collega di reparto un portiere che si ritiene più bravo può aumentare la paura di sbagliare e di fallire.

La paura del fallimento può manifestarsi anche in altri modi tra cui l’eccessiva cautela in quanto un portiere potrebbe diventare indeciso, evitando di correre rischi.

o dall’evitamento, ovvero potrebbe evitare situazioni di pressione o addirittura rifiutare delle opportunità per paura di non essere all’altezza e di fallire,

o peggio ancora un eccessiva autocritica, con una visione distorta delle proprie capacità, concentrandosi solo su ciò che non va e sminuire ciò che si è fatto bene.

Come abbiamo capito, la paura del fallimento, se non affrontata, può limitare significativamente le capacità e la carriera di un portiere.

Tuttavia, con il giusto supporto, comprensione e formazione, può essere trasformata in una forza, spingendo il portiere a crescere e imparare anche sotto pressione.

In definitiva, superare la paura può portare a una carriera più gratificante e a prestazioni migliori e soprattutto a godersi quella che poi dovrebbe essere una passione e un divertimento e non una tortura.

Come abbiamo visto, il portiere spesso definito l’ultimo baluardo di una squadra di calcio, vive una pressione unica.

Andiamo allora ad esplorare con maggiore profondità le radici di questa paura e come essa si manifesta.

Sicuramente un fattore è la storia personale, gli errori passati, soprattutto se hanno avuto grandi conseguenze per la squadra, possono innescare un timore ricorrente,

questo timore non è legato solo all’errore in sé, ma al giudizio e alle reazioni dei compagni di squadra, degli allenatori e di chi sta in tribuna.

Un secondo aspetto può essere, come già specificato, la comparazione, ovvero confrontarsi costantemente con i colleghi può alimentare l’insicurezza. La domanda “sono abbastanza bravo?” può diventare un tormento quotidiano.

La paura si può manifestare in vari modi uno è l’ iper-vigilanza, una forma eccessiva di concentrazione e razionalità, può diventare controproducente, in questo caso il portiere cerca di prevedere ogni possibile scenario, diventando così meno reattivo e più indeciso.

Come già detto a più riprese, un’ altro aspetto invalidante è un’eccessiva autocritica, anche dopo una partita in cui il portiere ha fatto un’ottima prestazione, si rivolge l’attenzione più sull’unico errore che su ciò che si è fatto bene.

Poi ci sono i sintomi fisici, ovvero una sudorazione eccessiva, tremori, senso di paralisi, aumento della frequenza cardiaca o sensazione di nodo allo stomaco, possono essere alcuni dei sintomi.

E poi ci sono le distorsioni cognitive, con pensieri come “se commetto un errore, la mia carriera è finita” o “tutti si aspettano che io fallisca” o pensieri simili, possono diventare ossessivi e invalidanti.

La comprensione delle radici profonde e delle manifestazioni della paura del fallimento nel portiere di calcio è essenziale per affrontare e superare tale paura.

Riconoscere che questa ansia non nasce dal nulla, ma è il prodotto di esperienze passate, aspettative e pressioni esterne e può aiutare il portiere, e coloro che lo supportano, a mettere in atto strategie efficaci per la gestione e l’eventuale superamento di questa paura.

Comunicare con un portiere che soffre di paura del fallimento richiede empatia, pazienza e le giuste strategie.

Ora voglio darti alcuni suggerimenti su come puoi, in qualità di preparatore dei portieri, affrontare e aiutare un portiere a gestire tutto questo.

La prima cosa da fare è ascoltare i tuoi portieri, prima di tutto, dà ai tuoi portieri la possibilità di esprimere le loro paure e preoccupazioni, l’ascolto attivo dimostra che ti preoccupi e che sei lì per supportarli.

Se ti accorgi che un tuo portiere è in difficoltà e teme l’errore o il fallimento evita critiche negative, concentrati sulla costruzione di un feedback positivo e costruttivo.

Anche se è necessario correggere errori, fallo in modo costruttivo, suggerendo modi per migliorare piuttosto che concentrarsi solo sull’errore, qui è molto importante il tono che usiamo.

Un’altra cosa importante è celebrare i successi, anche le piccole vittorie contano, se un portiere fa una grande parata o mostra progressi in una determinata area, riconoscilo, questo lo può aiutare a costruire la fiducia.

Inoltre è importante la coerenza nella tua comunicazione e nel tuo approccio, mostra al portiere che sei lì per lui, indipendentemente dagli alti e bassi e che siete una squadra dove tutti remano dalla stessa parte.

Altro aspetto, quando un portiere sbaglia fagli capire che è normale che accada e fai in modo di non dare troppo peso all’errore.

Infine se ritieni che con quanto detto, la paura del fallimento del portiere sia profondamente radicata o stia influenzando seriamente le sue prestazioni, potrebbe essere utile suggerire una consulenza con uno psicologo sportivo.

Ricorda che ogni portiere è unico e ciò che funziona per uno potrebbe non funzionare per un altro.

Essere flessibile, paziente e disposto ad adattarsi alle esigenze del tuo portiere ti permetterà di fornire il miglior supporto possibile,

quanto descritto non potrà mai sostituire il lavoro di uno psicologo ma nel nostro piccolo possiamo e dobbiamo essere di supporto per i nostri portieri.

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