Oggi ti voglio parlare dell’atteggiamento sia nell’ allenamento dei portieri che durante una gara, io penso che l’atteggiamento sia fondamentale in un portiere in quanto con l’atteggiamento comunica un qualcosa che va al di la del semplice gesto tecnico,
mi capita spesso di vedere portieri che effettuano grandi interventi ma che non mi lasciano nulla a livello emotivo, c’è solo l’intervento in se, invece altri che fanno delle parate a vista d’occhio “normali” ma che mi fanno esclamare, molto bravo quel portiere!
Questa differenza secondo me non è data dal gesto tecnico in se ma dall’atteggiamento con cui questo gesto tecnico viene fatto, di solito ci si accorge quando un portiere ha l’atteggiamento giusto dalla tranquillità che dimostra durante la gara più un portiere è tranquillo e concentrato e più secondo me ha l’atteggiamento giusto.
Ci sono portieri che per carattere sono più tranquilli e a volte hanno bisogno di carica per rendere al massimo e altri che hanno una grande carica ma sono poco tranquilli, secondo me il preparatore dei portieri deve notare queste cose e cercare di lavorare anche a livello mentale a seconda del portiere con cui lavora,
non tutti sono uguali, il portiere secondo me deve essere carico e tranquillo al punto giusto, se è troppo carico o troppo tranquillo in entrambi i casi questo può causare dei problemi.
Secondo il mio punto di vista l’atteggiamento in campo fa la differenza tra un portiere normale e uno di più alta categoria, ovviamente questo atteggiamento si può apprendere e non si costruisce certamente in due giorni,
ci vuole un allenamento costante nell’allenarsi con l’atteggiamento di chi sa quello che vale e da parte del preparatore dei portieri dare grande fiducia ai propri portieri facendogli vedere che hanno delle qualità e farli credere più in se stessi.
Quando un portiere dimostra un atteggiamento di forza tutti se ne accorgono, i compagni di squadra e gli avversari e anche chi sta fuori, ovviamente io penso che il lavoro durante la settimana fa molto in questo, il portiere deve andare in campo la domenica o il sabato se si parla di settore giovanile, sapendo che in settimana si è allenato bene e ha fatto tutto come doveva al 100% sputando sangue sul campo,
un mio credo è che il lavoro paga e questo mi permette di andare in campo la domenica in modo più sereno, se è vero che il lavoro paga non ho nulla da temere perchè io ho lavorato sodo.
Ciao Mario anch’io sono d’accordo sul fatto che per il portiere è importante allenarsi con la dovuta concentrazione durante la settimana per poi trovarsi tranquillo in partita sapendo di aver preparato bene la partita, Poi l’errore puo’ sempre succedere pero’ l’importante è saperlo rimediare, perchè tanti portieri specialmente i piu’ giovani quando fanno la frittata si mettono le mani nei capelli, mentre invece la palla molto , molto lentamente rotola in porta, quando invece basterebbe essere piu’ reattivi mentalmente per rimediare all’errore commesso. Secondo me ,poi è l’allenatore che deve saper trasmettere al proprio allievo la giusta tranquillita’ senza farlo abbattere troppo quando sbaglia o esaltarlo quando fa qualche ”paratona”, perche’ le partite durano sempre 90 minuti. Ciao, Paolo
Ciao Mario sono d’accordo con te e il collega Paolo,però a livello dilettantistico dobbiamo tenere conto anche della settimana che il nostro numero uno va ad affrontare,cioe la sua settimana lavorativa.
Io o visto tanti colleghi svolgere degli allenamenti con ragazzi che dopo aver svolto 10 ore in un cantiere edile,dovevano sopportare carichi e sovraccarichi…io dico si !! il lavoro paga e vero ma a livello psicologico dobbiamo prima conoscere la persona e i suoi stati d’animo,poi dobbiamo imparare da questi stai d’animo come affrontare il nostro lavoro e sono convinto che solo in questo modo potremmo ottenere il massimo da loro…ma se prima non imparano queste cose e meglio che certe persone lascino stare,e che non insultimo il nome di PREPARARORI dei PORTIERI…perche come disse il grande Dino Zoff,portieri si nasce non ci si diventa,tutti sono capaci di mettersi una maglia e dei guanti e dire sono un portiere.
Tanti dopo la loro carriera,da portiere iniziamo la “carriera” da preparatore,ma facendo esercizi visti o ricondandosi solo il loro passato da paortiere,sena spaere cosa fanno e a che cosa serve,sia a livello giovanile che di 1a squadra.
Caro Mario sono contento del suo sito e molto e interessante,scusase mi sono prolungato un po.
Mario e da un po che mi interesso anche perche mi stato chiesto di allenare un portiere femminile a calcio a 5,ai qualche buon consiglio.
Ciao Mario e colleghi buona domenica
Gianfranco.
Sono d’accordo anch’io , portieri si nasce e per mia esperienza personale e dei ragazzi che ho visto il lavoro paga sempre anche se dal punto di vista caratteriale il portiere va aiutato soprattutt o dall’allenatore a non fargli sentire troppo “i pesi” incoraggiarlo e basta e come dico io la cosa più importante per chi si mette fra i pali è quello di saper superare alla “papera” e trarne lezione… non esitono palloni facili… grazie Mario e agli amici massimo
Per Paolo: Pienamente d’accordo con te tieni ocnto che in giovane età c’è anche una trasformazione a livello caratteriale dei portieri e quindi bisogna sapersi comportare in base al giovane che si allena, perchè molti fattori dipendono anche dal privato del portiere come la famiglia le amicizie ecc.. Però sono d’accordo con te non esaltarsi per un grand eintervento e non abbattersi per una papera fanno parte del gioco.. 😉
Pienamente d’accordo con tutto ciò che hai esposto, assolutamente come ho detto sopra prima di pianificare un lavoro bisogna conoscere i nostri portieri anche a livello caratteriale e saperci adattare alle esigenze dei nostri ragazzi, nell’esempio che hai esposto ad un portiere che lavora 10 ore in cantiere il lavoro soprattutto a livello mentale non deve essere pesante..Per quanto riguarda la tua domanda sull’allenamento dei portieri nel calcio a 5 il lavoro è completamente diverso, si lavora molto sulla reattività dato che i palloni viaggiano a velocità impressionanti e sull’intensità e la concentrazione dato che la palla praticamente è sempre in gioco..Un saluto, Mario
Per Massimo: Eh no di palloni facili non ne esistono proprio quando si pensa così ecco che arriva come d’incanto l’errore, e sono d’accordo sul fatto che il lavoro paga sempre alla lunga c’è poco da fare! 🙂