Per diventare un preparatore dei portieri di successo è necessario conoscere un concetto fondamentale che è la chiave di tutto
Il preparatore dei portieri è al campo per il bene del suo portiere e non per imporre il suo credo senza tenere in considerazione i pensieri del portiere stesso, facendogli svolgere esercitazioni che soprattutto se il portiere è di esperienza possono danneggiarlo nel suo rendimento.
Questo è un aspetto che mi tocca da vicino perchè sono stato vittima personalmente di questa situazione e voglio condividere con te un aspetto con cui discutevo giorni fa con un importante preparatore dei portieri di serie A e cioè che
Il confronto oltre che essere tra preparatori deve essere anche tra preparatore dei portieri e portiere.
Questo per dirti che durante le tue sedute di allenamento è importante avere un confronto con il tuo portiere in modo da imparare entrambi qualcosa in più da aggiungere al proprio bagaglio personale.
Ti faccio un esempio, mettiamo caso che tu stai svolgendo un esercitazione utile per la reattività e il tuo portiere ti dice mister questo esercizio io l’ho fatto in questo modo altre volte e notavo che mi dava migliori risultati, potresti imparare una cosa in più che potrai proporre in un futuro.
A me personalmente è successo che chiedendo al mio preparatore di farmi fare un esercitazione che mi sarebbe servita perchè in passato mi aveva dato benefici il mio preparatore dei portieri ha reagito in mal modo e si è irrigidito nei miei confronti dicendo che dovevo fare il giocatore e fare quello che lui diceva.
Non ho mai accettato questo tipo di comportamento perchè in campo va il portiere ed è lui che viene giudicato bene o male è come se in in moto GP a Valentino Rossi dicessero tieni questa è la moto vai e vinci, non funziona proprio così Valentino Rossi collabora con i suoi meccanici per trovare il giusto assetto che vada bene per lui e non è detto che vada bene per un altro.
Io ti chiedo
Ma se il tuo portiere preferisce fare un tipo di esercizio invece che un altro perchè non farglielo fare se questo contribuisce a farlo stare meglio?
Con questo non voglio dire che ogni volta che un tuo portiere non gradisce un esercizio tu debba fargli fare quello che vuole, voglio inculcarti il concetto che il confronto è fondamentale per trovare la giusta quadra che permetta al tuo portiere di essere sereno quando va in campo.
Il fatto che un proficuo scambio di opinioni arricchisca entrambi e’ senz’altro vero ed auspicabile. Quello che mi lascia dubbioso e’ che se un portiere (specialamente uno esperto) non gradisce un determinato esecizio atto a curare una debolezza tecnica, non dico che si rifiuta di farlo ma lo fa male o tende a giudicarlo irrilevante.
Faccio un esempio specifico, alleno un portiere che ha un lato piu’ debole dell’altro (come molti portieri del resto, negli esercizi di acrobatica o tuffi tendo ad insistere piu’ sul lato debole ma noto una certa riluttanza del portiere a seguirmi in quanto vive male la differenza di performance durante l’allenamento. Ci sono esercizi piu’ specifici che mi permettano di motivarlo al meglio?
Mario, ciao,
che bello questo articolo, mi ritrovo proprio in quello che scrivi.
Avere un mister che va avanti solo per la sua strada e che non si informa, non amplia il suo bagaglio tecnico è come rimanere incastrati nelle sabbie mobili!!
Però non è mai facile dire al proprio preparatore quello che si pensa…specialmente poi nella condizioni in cui mi ritrovo io (non so se ricordi)…vedremo!
un saluto a te e a tutti quelli che ti leggono.
ps:cercasi preparatore dei portieri nel vicentino … 😉 scherzo…ciao ciao e buon allenamento a tutti
Perfettamente d’accordo…tra portiere e il suo preparatore si deve creare un rapporto diverso tra quello che c’e’ tra un allenatore normele e gli altri 20 giocatori. Il mondo dei portieri e’ tutto una cosa a parte, poi essendo in 2 o 3 piu’ il preparatore ci dev’essere un dialogo e uno scambio di opinioni e idee sull’allenamento, sugli esercizi proposti, ecc…
Ciao Mario, è vero hai perfettamente ragione.
Io sto vivendo quest’ esperienza per la prima volta e fin dall’ inizio ho cercato di instaurare un clima di discussione e di confronto, cosa che tra l’ altro facciamo sempre insieme la prima seduta di allenamento dopo la partita della Domenica.
Condivido perfettamente! Lavorare con empatia e giusta complicità rende tutto più semplice, soprattutto la gestione di portieri esperti…
Nel caso in cui ci siano discordanze di opinioni, l’importante è motivare in senso logico le proprie idee.
Saluti a tutti
Complimenti Mario perchè spesso colpisci nel segno,per niente sei un nr.1.Sono questi gli aspetti fondamentali di un’ottimo rapporto tra il preparatore e i “suoi” portieri.CHIAREZZA e reciproco scambio di opinioni nel senso che si deve dare spiegazioni ed opinioni ai ragazzi che alleniamo.Dare solo informazioni tecniche senza dare pareri ed eventualmente accettare anche i punti di vista dell’allenato sarebbe controproducente.Solo dando anche parola e non solo indicazioni si ha l’ottima simbiosi e fiducia dei ragazzi.Io personalmente cerco di perseguire questa via e fino ad oggi ne sono soddisfatto.Si può sempre migliorare….ciao Mario dal preparatore di Vicenza
E’ giusto quello che dici Mario.
Il preparatore,oltre ad tenere al rendimento del suo portiere,deve considerare molto l’aspetto psicologico.
Se il portiere pensa di variare l’esercizio perchè può ottenere una forma migliore è giusto che con il preparatore si arrivi ad un accordo.
Ricordiamoci che il preparatore deve essere una spalla d’appoggio per il portiere,e non entrare in competizione,sempre nel rispetto dei ruoli.
ma, qualcuno mi spieghi, a DIDA cosa è successo io una spiegazione l’avrei ma mi piacerebbe sentire lavostra ciao grazie
Ciao Mario.In parte questo argomento è stato già trattato.Io dico, che riconoscere un proprio errore è segno di maturità non è una debolezza.Detto questo, non partiamo dal principio che noi sappiamo tutto,un consiglio se è volto a migliorare una prestazione ben venga.L’umiltà è una grande cosa. A presto Antonio.
P.S. L’ultimo paragrafo è molto significativo e riassuntivo.
Ciao Mario, credo che il confronto con il proprio portiere sia necessario anche per una crescita professionale. Poi come giusto che sia il vero attore è il portiere non è certo il Preparatore.
Noi viviamo di luce riflessa, se lui risponde positivamente anche per noi è positivo e viceversa.
Quest’anno ho lasciato la Promozione per una squadra prof. però continuo a sentirmi con il mio portiere anche perche dopo 5 anni si è instaurato un ottimo rapporto, e lui mi racconta che il suo nuovo preparatore è una sorta di didattore si fa cosi perche si fa cosi, senza curarsi magari di certe situazioni . Io penso che con i nostri metodi dobbiamo solo mettere il nostro portiere nelle condizioni di rispondere al meglio, creando varie situaizoni e senza stravolgere la sua impostazioni. Un saluto stefano
Ciao Stefano, detesto questo modo di comportarsi da parte dei preparatori perchè limita la crescita sia del portiere che del preparatore stesso! un saluto a presto Mario