“Ai preparatori che vogliono scoprire fino a dove possono incidere sul rendimento dei propri portieri”

In questo articolo voglio parlarti di una riflessione che spero possa aiutarti e che sicuramente è un problema in cui ci siamo imbattuti tutti e il problema risponde a questa domanda: “Fino a dove arrivano le mie capacità e dove iniziano quelle del portiere?” Ovvero fino a quanto posso incidere sul rendimento di un portiere?

Mi sono fatto anche io questa domanda e la risposta è che secondo il mio punto di vista noi possiamo incidere sul rendimento di un portiere al 50%, l’altro 50% ce lo devono mettere loro.

Ti faccio un esempio, io posso lavorare tecnicamente su un aspetto dove noto che il mio portiere ha una lacuna e continuare a lavorarci, spiegare al portiere qual è la lacuna in modo che ne diventi consapevole e possa lavorarci anche lui e in questo modo accelerare il processo di miglioramento.

C’è però un problema che se io dico al portiere qual è la lacuna, per esempio come lacuna sul tuffo rasoterra tende spesso a fare ponte con il risultato che spesso gli passa la palla sotto, allora uno dei tanti modi che ho per lavorarci è usare un nastro in modo da abituarlo ad andare radente al terreno e eliminare o migliorare questo difetto.

Il problema è che se io continuo a lavorare su questo ma dall’altra parte non ho un portiere che si applica e mi aiuta ad aiutarlo a migliorare, perchè magari poi quando non c’è il nastro torna a rifare lo stesso errore, possiamo anche stare li 2 anni e il miglioramento non ci sarà mai, noi preparatori da soli non possiamo fare miracoli.

Spesso dico ai miei portieri che questa deve essere una passione, se ho una passione per una cosa io la voglio fare al meglio e non voglio tralasciare nessun particolare, piuttosto le provo a casa sul pavimento le cose, se così non è forse c’è una passione ma è quella di andare a giocare a calcio a 7 con gli amici e divertirmi ma non è quella di provare a fare qualcosa di più e di crescere.

Adesso ho preso l’esempio del tuffo rasoterra ma può essere qualsiasi cosa, se vengo al campo tanto per passare 2 ore e stare con i compagni perchè mi trovo bene, tanto vale che si va a giocare ad un livello più basso dove non vengono richieste determinate cose e nessuno chiede niente di più, perchè più si sale e più bisogna avere un certo tipo di mentalità che è quella di voler migliorare.

Nel tempo ho imparato che esistono ragazzi che vanno a “fare allenamento” e ragazzi che “vanno a calcio” e c’è una sottile differenza, chi va a fare allenamento è perchè vuole migliorare e infatti agli amici dice vado a fare allenamento, poi c’è chi va a calcio che significa vado a divertirmi un paio d’ore.

Per carità questo non significa che non bisogna divertirsi ma il vero divertimento di chi fa le cose con passione è migliorare se stesso e sicuramente non quello di passare 2 ore senza imparare nulla.

Quindi secondo il mio punto di vista noi possiamo arrivare fino a un certo punto poi dall’altra parte ci deve essere qualcuno che ci ascolta e che fa ciò che gli diciamo rimanendo sempre aperti al confronto perchè magari non tutto ciò che diciamo convince del tutto i ragazzi e qui viene il fatto che bisogna fargliele provare le cose e fargli vedere concretamente che funzionano.

Il problema è che se una volta che hanno capito che funzionano continuano ancora a fare come facevano prima allora purtroppo noi c’entriamo poco, perchè il problema iniziano a diventare loro che non hanno la giusta mentalita che non si applicano.

Del resto hanno inventato le categorie per questo motivo, non tutti possono stare a certi livelli e magari scendendo di livello soffrono meno e si sentono più realizzati.

Ti dico questo perchè parlavo con un amico e mi diceva che suo figlio gioca in porta in un campionato provinciale, è protagonista e sta bene, gli fanno articoli sul giornale, è felice, quella è la sua categoria, se andasse più sopra magari soffrirebbe perchè non sarebbe all’altezza.

Spesso sbagliano anche i genitori perchè non sono obbiettivi e non si rendono conto delle reali capacità dei propri figli facendoli poi soffrire e speso facendogli passare la voglia di giocare a calcio.

Commenti

5 Comments

  1. Bruno Marzo 17, 2019
  2. camillo orlandini Marzo 19, 2019
  3. Mario Vella Aprile 19, 2019
  4. Gianni Gennaio 6, 2020
  5. Mario Vella Gennaio 6, 2020

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