Nel calcio moderno il portiere è sempre più chiamato in causa nelle dinamiche di una partita e la sua presenza è diventata ormai parte attiva del gioco, mentre una volta il portiere stava in porta ad aspettare una conclusione a rete e subiva l’azione avversaria oggi come oggi le cose sono cambiate in quanto al portiere è richiesto di avere la capacità di anticipare le mosse avvesarie senza così concedere la possibilità agli attaccanti di poter tirare in porta o poter pensare a cosa devono fare,
per questo oggi come oggi gli allenatori chiedono sempre di più al proprio portiere di partecipare al gioco ed essere più presenti rispetto a un tempo.
Spesso accade che il portiere subisca l’azione avversaria e aspetti tra i pali una conclusione a rete quando con un pò di spregiudicatezza in più potrebbe anticipare l’azione e non concedere la possibilità all’avversario di calciare in porta.
Ovviamente questo modo di giocare che è un vero e proprio atteggiamento potrebbe essere molto più rischioso che rimanere in porta e ricevere il tiro perchè il rischio di commettere errori diventa più elevato ma io penso che è molto più rischioso permettere a un avversario di calciare in porta e dargli così la possibilità di fare gol più facilmente che provare ad anticipare le sue giocate e annullare il pericolo.
Esistono indubbiamente portieri più predisposti a questo tipo di atteggiamento e altri meno ma anche portieri meno predisposti possono acquisirlo nel tempo attraverso delle esercitazioni specifiche che devono essere improntate verso questa metodologia di lavoro che oltre che tecnica sul campo è anche e soprattutto mentale.
Un portiere che va in attacco sulla palla toglie letteralmente la possibilità di decisione all’avversario e non gli permette di ragionare sul da farsi, inoltre questo tipo di atteggiamento trasmette alla squadra avversaria e a tutti i compagni l’atteggiamento di attacco perchè il portiere per avere questo atteggiamento dovrà avere una comunicazione congruente con l’atteggiamento che sta adottando e questo inconsciamente può essere di grande aiuto alla propria squadra.
Se non hai mai pensato di allenare e preparare i tuoi portieri con questo tipo di atteggiamento secondo me è molto utile specialmente con i più giovani cominciare piano piano ad inserire questo tipo di lavoro che li aiuterà sicuramente in futuro in quanto con l’evolversi continuo del calcio constringerà il portiere a doversi adattare a questo cambiamento.
Per prima cosa è importante che parlando con i tuoi portieri cominci a spiegare loro del perchè questa metodologia di lavoro è importante in modo che mentalmente capiscano cosa stanno facendo in modo da motivarli a lavorare con più convinzione, cosa che magari potrebbe non succedere se cominci a inserire esercitazioni di questo tipo senza spiegarne il perchè.
Secondo il mio punto di vista anche con portieri più vecchi è possibile cominciare a inserire la mentalità di attacco alla palla, è tutta questione di abituarli ad un nuovo metodo di lavoro e con il tempo ti accorgerai dei notevoli miglioramenti che avranno e se ne accorgeranno anche loro.
Parte di quanto esposto e tratto dal pensiero di Claudio Filippi preparatore dei portieri della Juventus che io condivido in pieno.
Mario Vella
Hai colto il segno! Questa secondo me è una delle vie da esplorare per il futuro che può dare un valore aggiunto al ruolo del portiere ed in generale ai moderni schemi di gioco. La riflessione però cade sull’aspetto legato al coinvolgimento della difesa che deve essere coordinata con l’azione del portiere, altrimenti si commetterebbe un grave errore nel preparare un portiere che poi non si intende con i compagni.
Federico Perini
Caro Federico dico di più sulla tua riflessione, bisogna interagire anche con l’allenatore, spesso non sono al corrente del nostro insegnamento o non sono molto preparati, la conseguenza è di vanificare il nostro lavoro, hai mai sentito dire (mai stai in porta cosa fai lì) . Io inizio questo percorso dai pulcini anche se tante volte non hanno i punti di riferimento es: l’area molte volte giocando a 9 non viene neppure segnalata. I riscontri a questa predisposizione si ottengono già dalla categoria esordienti, per non vanificare tutto ripeto bisogna far capire agli allenatori che queste proposte serviranno più in futuro che nel presente e che la crescita dei giovani venga prima della loro voglia di vincere a qualsiasi costo
purtroppo non e facile ,riallacciandomi al sig. fagnani, interagire con gli allenatori in certe categorie io faccio il preparatore a reggio calabria in una squadra di promozione e di questi problemi ne vedi ogni giorno quindi non vi stupèite bisogna soltanto lavorare perche peima o poi il lavoro paga ciao a tutti
Caro Fabio cmq bisogna farlo ed anche con la società sopratutto quando mandano da allenare ragazzini senza alcun prerequisito sopratutto fisico anche se a priori non scarto nessuno ragazzini in grave sovrappeso devono correre prima questo e poi il ruolo di portiere solo ed escusivamente la la loro salvaguardia. Pretendo che già da pulcini assieme all’allenatore
prima di uscire dallo spogliatoio sappiano chi sono i ragazzi che andranno in barriera e quanti ne utilizzerà il portiere a sua discrezione. ciao
Per federico: Certo che ci deve essere la coordinazione con la difesa, i compagni conoscendo le caratteristiche del proprio portiere e viceversa possono con il tempo trovare l’affiatamento giusto.
Per Marco: D’accordissimo con te su quello che hai scritto anche l’allenatore deve conoscere le metodologie di lavoro che si adottano, ci deve essere unione di intenti.
Per Fabio: E’ vero non è facile però come dice Marco il futuro del calcio è questo e bisogna farlo capire agli allenatori che si preparano i portieri non per il presente ma per il futuro.